Page 18 - Comunità in cammino
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6.1.3 Come favorire la partecipazione
È importante coinvolgere soprattutto gli adulti per favorire una “comunità corresponsabile”.
Un'occasione favorevole per coinvolgerli è stata individuata nella fase di preparazione ai sacramenti
dell'iniziazione cristiana: Battesimo, Prima Riconciliazione, Prima Comunione e Cresima.
Per il Battesimo qualcosa già si fa: il colloquio del parroco con i genitori e la “presenza della comu-
nità ai battesimi”. Occorrerebbe sfruttare maggiormente questi momenti per proporre a queste fami-
glie un inizio di collaborazione all'interno delle attività della comunità parrocchiale. Ovviamente l'in-
tervento deve essere coordinato e preparato in precedenza.
Da un lato è importante avere già un elenco di proposte di collaborazione concordato in anticipo sia
con il CPP che con i responsabili degli ambiti interessati alla collaborazione. Poi occorre che, a se-
guito di una disponibilità anche solo parziale, venga individuato subito un referente, singolo o grup-
po, con il compito d'accogliere queste persone, per seguirle in un percorso d'inserimento adeguato al-
la loro disponibilità, in un clima appunto d'accoglienza, senza forzare la mano.
Per gli altri tre sacramenti sarebbe utile impiegare le riunioni in preparazione alla cerimonia non solo
per definire la parte organizzativo/logistica, purtroppo l'argomento più seguito, ma per affiancare la
parte di formazione ad un inizio di coinvolgimento di entrambi i genitori nelle attività della parroc-
chia, se già non ne sono coinvolti. Questo inizio di coinvolgimento non dovrebbe finire con la cele-
brazione del sacramento e per questo andrebbe curato anche il passaggio al dopo sacramento.
Le motivazioni da addurre in tal senso sarebbero principalmente tre.
La più importante è quella di contribuire attivamente, ovviamente secondo le proprie capacità e di-
sponibilità, a costruire e mantenere una comunità che offra ai bambini/ragazzi di oggi, e giovani di
domani, un ambiente positivo in cui crescere, con varie iniziative che vadano a coprire la maggior
parte dei loro interessi, dalla formazione spirituale all’assistenza scolastica, dallo sport ai momenti
ricreativi. Ovviamente una delle principali obiezioni sarà quella del poco tempo a disposizione; a
questo proposito sarà opportuno far capire che un impegno in tal senso non è da ritenersi “un di più”
rispetto alle priorità solite, come il lavoro e la famiglia, perché, impegnarsi nella comunità, significa
occuparsi della crescita positiva dei propri figli, offrendo loro valide alternative alle proposte poco
educative della società d'oggi.
L'altra motivazione, per sollecitare un impegno dei genitori nella vita comunitaria, è quella di render-
li consapevoli dell’importanza di vivere assieme al proprio figlio/a, soprattutto per i mesi di prepara-
zione all'evento, questo momento di crescita comune, partecipando con lui, ad esempio, all'anima-
zione della S. Messa o a momenti ricreativi, dimostrando una coerenza personale verso la proposta di
vita cristiana. Ovviamente quest'ultimo concetto non sarà inizialmente condiviso in pieno da parte di
molti genitori, per questo il proporre tale iniziativa può diventare anche un momento di approfondi-
mento personale per i singoli genitori.
L'ultima motivazione è prettamente educativa ed è da individuare nella valenza appunto educativa
dell'esempio positivo che il genitore offre nell'impegnarsi anche solo marginalmente nell'animazione
o nell'organizzazione delle attività comunitarie.
Anche per questi tre sacramenti, come è stato ribadito per il Battesimo, la proposta deve essere coor-
dinata tra catechista, parroco e CPP, in modo che l'intervento alle riunioni non sia lasciato al caso ma
sia coinvolgente ed efficace.
6.1.4 L'importanza dei ruoli nella gestione corresponsabile
In riferimento alla corresponsabilità, un aspetto particolarmente sentito, soprattutto da chi collabora
già con la parrocchia, è quello dell'assunzione di incarichi e responsabilità.
A volte si individua la necessità d'intervenire nelle attività parrocchiali a cui si partecipa. Quello che
però ci ferma è la mancanza di un ruolo ben specifico, proprio perché il ruolo del “laico” è visto an-
cora come uno che deve assistere “senza intromettersi troppo”.
Per questo andrebbero rivalutati i ruoli già esistenti e ne andrebbero creati altri in modo da prevedere
l'assunzione di incarichi all'interno delle varie attività della parrocchia, più o meno impegnativi, ge-
stiti anche a rotazione da varie persone (es. l'animazione della S. Messa). L’istituzione di questi ruoli
18 Parrocchia di Colzate - 37º Sinodo della Chiesa di Bergamo