Page 3 - Comunità in cammino
P. 3
1. Parrocchia e Territorio
La nostra parrocchia è abbastanza giovane essendo nata solo 85 anni fa e per questo non è stato pos-
sibile radicare alcune tradizioni comunitarie.
L’entrata in crisi della “Cristianità”, a cui si è aggiunto la scomparsa della presenza delle Suore e del-
la gestione dell’asilo da parte dei religiosi, ha allontanato ancor di più le persone dal modello di quel-
la crescita impregnata di una educazione morale in cui era importante partecipare alle funzioni e ai
vari momenti religiosi.
Il cambiamento delle abitudini sociali, ha comportato inoltre uno spostamento dei momenti di aggre-
gazione verso altri luoghi e soprattutto altri modelli di vita.
La stessa educazione che negli ultimi anni viene proposta in famiglia, prevede di non essere autorita-
ri nel chiedere l’osservanza di regole/comportamenti di una certa rigidità, con la conseguenza che i
figli sono sempre più liberi di impegnare il loro tempo libero cercando soprattutto il puro divertimen-
to personale.
La Chiesa ha assunto un atteggiamento di presenza passiva mentre occorre ottenere un coinvolgi-
mento e una partecipazione più attiva durante le funzioni religiose.
L’importanza di questa presenza attiva, viene confermata dal risultato ottenuto con l’apertura
dell’Oratorio che pur essendo aperto da poco tempo, è frequentato da un buon numero di giovani,
confermando che quando la proposta è giusta e "moderna", l’Oratorio può diventare un ritrovo dei
giovani anche ai nostri tempi.
Il rapporto con i parrocchiani richiede oggi di essere sollecitato, cercando il contatto e non restando
passivamente in attesa dell’arrivo delle persone, prestando attenzione ai bisogni della comunità senza
attendere la richiesta di aiuto.
Per una maggiore efficacia, occorre seminare una cultura di attenzione al bisogno in modo da far na-
scere nelle persone la sensibilità verso questa necessità, abbinata alla consapevolezze dell’impegno e
della responsabilità che questa attività richiede.
Pur essendo necessario, a volte è difficile trovare un dialogo con le altre entità educative presenti sul
territorio, assistendo invece alla chiusura nella propria realtà che si ritiene più importante delle altre,
andando contro lo spirito e l’insegnamento cristiano che invece chiede di cercare sempre il dialogo e
la condivisione delle decisioni-scelte-necessità.
Quali possono essere le proposte che creano interesse e stimoli per riavvicinare le persone alla vita
Parrocchiana?
A quali obiettivi è giusto puntare (quantità di persone o alla loro qualità)?
Il primo concetto è che la Parrocchia non deve rappresentare solo un fornitore di servizi: Messe, Bat-
tesimi, Comunioni, Cresime, Matrimoni, Funerali, Festa della Madonnina, come si trattasse di un
“Supermercato del Sacro”, ma è soprattutto una COMUNITÀ quindi un INSIEME di persone che si
ritrovano perché hanno la stessa visione di vivere la vita non da singoli ma come una famiglia, aiu-
tandosi nei momenti di bisogno e seguendo l’insegnamento Cristiano.
Occorre poi applicarsi per diventare missionari che è sicuramente un impegno gravoso a cui sono
chiamati i cristiani, ma è solo attraverso il buon esempio che si può essere veri testimoni e trascinato-
ri, convincendo altre persone a condividere gli stessi ideali.
Un modo importante per aumentare la presenza di cristiani, può quindi essere quello di creare dei
gruppi d’ascolto e/o Missioni Parrocchiali visitando le persone a casa loro.
Una Missione importante è quella di utilizzare i momenti di ritrovo sia professionali che istituzionali,
per difendere e promuovere l’identità Cristiana quando si è chiamati a scegliere/decidere come gesti-
re la vita sociale del territorio.
1 - Parrocchia e Territorio 3