Page 2 - Comunità in cammino
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la liturgia e la catechesi: “Non me la sento… non ho meno un interesse e una disponibilità (che può sem-
tempo… io con i bambini non sono capace… e poi è pre essere formata). La difficoltà è quella di coinvol-
una responsabilità…” Forse a volte sono quelli che gere le persone, di responsabilizzarle… a volte c’è poca
già danno una mano a non saper coinvolgere gli al- disponibilità… forse a volte c’è poca apertura in quelli
tri… ma spesso si delega, si demanda, si lascia che che già stanno facendo… ma è un’esigenza forte quella
siano gli altri a “tirarsi matti”. Poi alla fine si fanno di creare un clima di collaborazione… ognuno per
delle belle cose, grazie anche al fatto che parecchi quello che può e riesce… senza imporre niente a nes-
genitori passano un po’ del loro tempo in oratorio la suno…
domenica pomeriggio… e una mano la danno, ma se Ci sono poi le diversità di carattere, le simpatie e
fossero disponibili in modo più “organizzato e pro- le antipatie, non sempre c’è affinità tra le persone…
la sfida per una società più
la sfida per una società più
la sfida per una società più
grammato” per fare un po’ di “sorveglianza”, di “assi- ma sta proprio qui la sfida per una società piùla sfida per una società più
umana e di conseguenza anche più cristiana
umana e di conseguenza anche più cristiana
umana e di conseguenza anche più cristiana (il
umana e di conseguenza anche più cristiana
stenza” e per imparare un po’ di “animazione”… La umana e di conseguenza anche più cristiana
cosa sarebbe più coinvolgente, efficace e “leggera” per ribaltamento è voluto… CIÒCIÒ CHECHE ÈÈ UMANOUMANO ÈÈ ANCHEANCHE CRICRI--
CIÒ CHECHE ÈÈ UMANOUMANO ÈÈ ANCHEANCHE CRICRI--
CIÒ CHE È UMANO È ANCHE CRI-
CIÒ
STIANO…… il contrario: “ciò che è cristiano è anche uma-
tutti. È soprattutto a partire dalle preoccupazioni per STIANO…
STIANO……
STIANO
STIANO
questo momento della domenica che è nato questo no” risulta essere ovvio e scontato). È la sfida e il so-
scritto, per provare a dire di come le cose dentro una gno per realizzare una comunità di persone, di fra-
comunità che vuole essere tale, devono diventare più telli; che provano ad andare contro l’individualismo,
partecipate. La comunità parrocchiale non offre ser- il soggettivismo, il particolarismo, l’egoismo dilagan-
vizi, non è un supermercato a cui attingere. Nel suo ti per mostrare, a se stessi anzitutto prima che agli
costruirsi come comunità realizza anche un servizio altri, che è possibile dialogare, collaborare, crescere
all’uomo e alla società civile, ma non è il suo primo insieme.
compito. Primo impegno di ogni comunità è di an- È un cammino lungo, a volte rischieremo di sco-
nunciare e celebrare la fede e vivere la carità. raggiarci, di mollare tutto… aiutiamoci a non farlo!
Ognuno può avere, se non delle competenze, al- Don Stefano
Una riflessione sul tentativo che si sta facendo in comunità
di rendere più vivace e partecipata la messa delle 10.30
acile rispondere: alla Messa si partecipa, si as- sue omelie ancora più radicate nella vita di ognu-
siste ad un film, mi insegnava la catechista. no.
F Ma è vero per me? Ho vissuto questa esperienza di “andare a cercare
Succede infatti che partecipo ad un film (piango, rido, i lettori”. Ho trovato, è vero dei NO, ma sempre ac-
vorrei a volte cambiare il finale!) ed alla Messa assi- compagnati da un sorriso; ho incontrato promesse (per
sto come spettatore di una “rappresentazione”, quel- ora no.. ma più avanti) e tanta disponibilità. I Cri-
la del sacerdote, fatta di gesti e di rituali lontani da stiani hanno il desiderio di annunciare la Parola, e
me, dalla mia vita. Le letture mi scorrono veloci e questo, secondo me, è un modo grande di celebrare
non le ricordo; i canti... sono stonato; la predica è lunga l’Eucaristia.
e poi per forza perdo il filo; al “Sanctus” dovrei ingi- L’iniziativa continuerà, potrebbe arricchirsi gra-
nocchiarmi, ma non lo fa neanche il mio vicino; ora zie al contributo di tutti. Pensiamo ai canti... si po-
poi.. allargare le braccia al Padre Nostro! trebbero ripassare prima della Messa, si potrebbe
Esco di chiesa e mi sento a posto, perché ho assol- impararne di nuovi; pensiamo alle preghiere dei fe-
to il precetto e sulla Messa prefestiva penso: “Vado deli che, preparate da noi, diventerebbero autenti-
oggi, così domani non ci penso più” come se la Messa che invocazioni della nostra comunità.
fosse un peso, una tassa da pagare, un incarico da Il cammino è lungo, sono tante le cose da fare o
sbrigare e, prima lo fai, meglio é. meglio da costruire e da vivere insieme con convin-
Queste riflessioni mi appartengono, perciò per ten- zione, perché non devono restare atteggiamenti este-
tare di crescere, ho voluto far parte di quel gruppetto riori.
di persone del Consiglio Pastorale che, nelle domeni- Qualcuno, infatti, potrebbe obiettare che non si
che di Quaresima, ha iniziato un’esperienza con l’in- misura la partecipazione guardando l’esteriorità, ciò
tento di animare la Messa, perché la partecipazione, che conta è l’atteggiamento interiore perché si posso-
fatta di gesti e parole, diventi segno della volontà di no tenere le mani giunte e pensare ad altro, o non
tutti di celebrare il Mistero della Fede. rispondere a voce alta, ma pregare silenziosamente.
Il tentativo per ora si è limitato ad una semplice Questo è vero solo in parte, perché la Fede non è
iniziativa: coinvolgere alcune persone nella procla- una questione privata, ma è comunitaria e l’obiettivo
mazione delle letture. Don Stefano ha fatto di più: di rendere la celebrazione della Messa un momento
9 ha reso partecipi i ragazzi di gesti significativi di viva appartenenza comunitaria passa attraverso
(dalla semina ... ai ciottoli); l’impegno di tutti.
9 ha scosso un po’ anche gli adulti, invitandoli a Dina
compiere gesti... non facili per tutti; ha reso le
2 Parrocchia di Colzate