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Notiziario parrocchiale della comunità di Colzate e di Bondo edito in occasione del tempo Pasquale 2008
Pasqua, cuore del cristianesimo!
La consapevolezza della fede nel Risorto e la sua celebrazione nella liturgia
sono due elementi importanti per una fede capace di incidere sempre più nella vita quotidiana.
l Signore è risorto è il grido con cui nasce la diventare reali e concrete.
fede cristiana, è la prima testimonianza che i La Pasqua, l’annuncio del Signore risorto, arriva
Idiscepoli danno ai loro contemporanei, è l’annun- a noi attraverso la liturgia, i riti che ci fanno rivivere
cio più audace che sia mai risuonato nella storia gli eventi pasquali della Cena del Signore, della sua
degli uomini: uno di noi, uomo come noi, ha vinto la Crocifi ssione e morte, della sosta nel sepolcro e della
morte e in lui ogni uomo può sperare in una vita oltre risurrezione. Ma, e questa è la seconda questione, la
la morte! Questo è quanto i discepoli affermano a liturgia è “diffi cile”, non sempre espressiva ed evi-
partire dalla constatazione della tomba vuota e dalle dente; ci fa entrare nel mistero, senza mai svelarlo
apparizioni del Risorto. del tutto.
Ma quest’annuncio è sempre stato difficile da Cosa facciamo noi, però, per capirla o anche solo
credere. Oggi, forse, ancora di più per viverla bene?
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perché viviamo in una cultura Se i cristiani decidessero di
scientifi ca e pragmatica che fonda v
vivere pienamente il Triduo pa-
s
la conoscenza su dati ed esperien- squale: prendendosi le ferie dal
l
ze e non dà spazio alla fede come lavoro, partecipando ai riti con la
l
fi ducia in una testimonianza. loro comunità, evitando di mettersi
i
Forse anche tra i cristiani, anche in viaggio per fare le vacanze… se
vivessero tutti i riti più importanti
tra chi di noi nei giorni scorsi l’ha v
della fede cristiana con puntualità
sentito risuonare “stancamente” d
nella propria chiesa, l’annuncio che e
ed impegno, cosa succederebbe?
il Signore è risorto è il più diffi cile Forse niente, perché parteci-
p
da credere. pare a un rito non comporta ne-
Basta una semplice constatazio- c cessariamente capirlo e viverlo in
ne: le nostre chiese sono strapiene a profondità, ma potrebbe diventare
p
Natale, di fronte alla semplicità ed il punto di partenza per acquisire
i
evidenza di un bambino avvolto in consapevolezza dei riti e per farli
c
fasce, mentre hanno spesso banchi diventare signifi cativi.
d
vuoti nelle celebrazioni pasquali Forse come per le donne che
di fronte al trionfo di un uomo che a
andarono al sepolcro per compiere
vince la morte per darci una vita u
un dovere, ma vi trovarono un
l’A
t
nuova. t terremoto e l’Annuncio, anche per noi questo giorno
Questo mi fa dire che dovremmo “mettere un po’ potrebbe diventare il primo di un modo nuovo di vi-
di più il naso” dentro l’annuncio cristiano della risur- vere, di un rovesciamento della nostra mentalità …
rezione e provare a “lavorare” più seriamente sulla un terremoto che cambia non solo ciò che facciamo,
nostra fede che resta sempre timida, incerta, a volte ma ciò che siamo, proprio perché convertirsi vuol dire
calcolatrice e sfuggente. “girarsi verso il Signore”
È la prima importante questione da affrontare e La Pasqua cade una volta all’anno, ma ogni do-
risolvere. La fede cristiana ha come cuore un fatto: menica la rinnoviamo: anche questo è un punto di
la passione, morte e risurrezione di Gesù (un’unica partenza possibile per far diventare la fede qualcosa
solennità celebrata nei tre giorni del Triduo pasquale) che trasforma la vita quotidiana. Infatti celebriamo
che spesso comprendiamo in modo superfi ciale e poco la sua Pasqua ogni volta che ci rialziamo dalle ras-
incisivo per la nostra vita. segnazioni e delle tristezze per diventare noi stessi
Non c’è spazio qui anche solo per provare ad istru- “terremoto” che toglie pietre di morte e fa uscire gli
ire la questione, ma ognuno di noi dovrebbe prender- altri dalle loro tombe dell’indifferenza verso un Dio
selo come impegno: la comprensione della Pasqua e la che ci ha donato ogni cosa, anche la sua vita!
forza di renderne testimonianza dovrebbero, devono don Stefano
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