Page 2 - Comunità in cammino
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urante l’estate ogni Nel pomerig-
tanto l’argomento gio successivo,
Dtornava, qualcuno caristica solen- durante l’ apertura
suggeriva qualche idea, ne è animata dai dell’anno catechistico, rifl essione
arrivando persino ad ragazzi con l’aiu- sul signifi cato del martirio di S.
ipotizzare l’entrata di to dei catechisti: Maurizio attraverso una “lettura
S. Maurizio (don Stefano) a ca- le letture, le offerte, le preghiere guidata” dei disegni fatti.
vallo! Ovviamente dalle chiac- dei fedeli, i canti… Ma la Messa In cantiere c’erano altre inizia-
chiere… alla realtà; ma tant’è che non finisce, la luce del Santo, tive: la presenza di don Oliviero
qualcosa ne è nato veramente: riflesso della Luce di Dio, in durante la celebrazione della
la voglia di fare festa al patrono processione viene portata anche Messa solenne, che per motivi di
della nostra parrocchia, un Santo, fuori dalle mura della chiesa, per salute non ha potuto presenziare
in fondo, poco conosciuto. accendere la nostra comunità: e un intrattenimento musicale
E così ad iniziare dalla chiesa, una catasta di legna, preparata attorno al fuoco che la pioggerella
dove l’affresco di S. Maurizio “tro- ad arte, ci attende nel centro del non ci ha concesso di fare… ri-
neggiava” sopra l’altare, mentre campo sportivo e in breve viene mandati all’anno prossimo.
originali e variopinti disegni ral- acceso un bel falò che emana calda Molto entusiasmo ho visto fra
legravano le pareti. Osservandoli luce a coloro che si sono radunati le persone che hanno organizzato
con più attenzione i dipinti erano tutt’intorno. i vari momenti della Festa di S.
un susseguirsi di croci, fuochi, Il silenzio della notte, i bambini Maurizio e in coloro che vi hanno
corpi sanguinanti, scintillanti che giocano allegramente, la bel- partecipato: fare festa, accendere
armature: i nostri bambini, grazie lezza e la sorpresa di quel fuoco il fuoco, rifl ettere, celebrare insie-
anche alla collaborazione delle ci rapiscono… i lapilli che volano me, portare la luce nelle strade,
maestre, hanno conosciuto la in cielo s’illuminano e paiono partecipare... sono il nostro modo
storia del martire e con creatività brillanti stelle. per dire una Fede in Dio che
ce l’ hanno restituita, proponendo La festa continua in oratorio, S. Maurizio ha generosamente
a chi si è soffermato a guardarli bevendo, giocando, chiacchieran- testimoniato con la sua morte, e
attentamente, alcuni spunti sto- do e gustando le ottime torte pre- che noi possiamo coltivare, cam-
rici e spirituali. parate dalle immancabili cuoche minando insieme.
Alla sera, la celebrazione eu- (grazie!). Piera
... continua dalla prima pagina sia quella relativa al come realizzare l’oratorio e non
comunità o per il servizio fornito dalla parrocchia? quella del se, perché e a cosa serve un oratorio. E poi
Forse non è corretto separare troppo nettamente una volta costruito? Se il punto di partenza è quello
tra le due prospettive, ma l’impressione che ho a accennato sopra, chi lo abiterà e lo renderà vivo?
volte è che si riduca la parrocchia a una sorta di E concludo con la TERZA QUESTIONE quella
“supermercato” in cui acquistare, di volta in volta, e della corresponsabilità. Perché un progetto si realizzi
solo nel caso interessi, un servizio religioso o sociale, ci vogliono certamente delle persone che collabora-
senza che la parrocchia diventi luogo di adesione e no. Nel passato, afferma chi mi ha scritto, c’era chi
identifi cazione personale. Può darsi sia solo un’im- metteva a disposizione il suo tempo e le sue capacità
pressione (che desidererei venisse smentita), ma se per aiutare, mantenere, educare… Ci si metteva a
ci si rivolge alla parrocchia solo o soprattutto per servizio di un progetto spesso pensato da altri e di
avere delle risposte ai bisogni religiosi e sociali (se ci cui si era soprattutto esecutori. Era una prospettiva
si va perché si desidera il battesimo, il matrimonio, che permetteva ad una parrocchia di fare molte cose.
la messa, il funerale per una persona cara…, o un po’ Oggi, ci sono ancora suffi cienti collaboratori per le
di formazione religiosa, o uno spazio per giocare e per iniziative parrocchiali? Ma più ancora la collabora-
fare i compiti), non si rischia di ridurne il signifi cato zione è solo questione di trovare qualcuno che esegua
in modo strumentale”? La parrocchia non dovrebbe dei compiti prefi ssati? La disponibilità a collaborare
essere una sorta di “famiglia”, una comunità fraterna, credo sia più limitata che nel passato, ma forse il
luogo dell’incontro e della condivisione a cui ciascuno problema è un altro.
contribuisce per edifi carla e farla crescere? È certamente importante avere uomini e donne che
È a partire da queste considerazioni che vi invito a collaborano, ma questi non dovrebbero limitarsi ad
rileggere le questioni aperte dalla lettera: chi scrive eseguire progetti pensati da altri. Se la parrocchia è
dice che si dà per scontato che un progetto venga una comunità di persone, coloro che ne fanno parte
realizzato (se non ci sono intoppi tecnico– economici), dovrebbero sentirsi corresponsabili della progettazio-
non ci si chiede prima perché lo si debba realizzare ne e della realizzazione di quanto ideato, dovrebbero
o a che cosa serve. Non ci si sente coinvolti in prima appassionarsi anzitutto nell’edifi cazione della comu-
persona nel progetto perché la parrocchia è qualcosa nità stessa prima e più che dei suoi edifi ci.
di “separato” un ente che fornisce dei servizi. Questo mi sembra che per ora manchi, e quindi è
Ho avuto anch’io, con chi mi ha scritto, l’impres- necessario prima camminare in questa direzione.
sione che la preoccupazione più importante (l’unica?) don Stefano
2 Parrocchia di Colzate