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NOTIZIARIO DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE DI COLZATE IN OCCASIONE DELLA QUARESIMA 2007








                La qualifi ca di ultimo non si riferisce alla scansione cronologica, ma al rischio di estinzione che sta vivendo il
            sacramento della Penitenza, o Riconciliazione, o Confessione, o Perdono (termini diversi esprimono consapevolezze
                         diverse). La rifl essione che propongo prova a mostrare dove sta realmente il problema.
                 scoltare la confessione è sempre più un’espe-  fi ca che, per avere il senso del peccato, bisogna avere
                 rienza “strana”, perché frequentemente i peni-  la fede. Senza la fede non so nulla di quell’alleanza e
           Atenti o non sanno cosa confessare o ritengono di    tanto meno posso sapere di averla infranta.
           non aver nulla di male da confessare. Al che uno non   Ma, anche quando abbiamo fede e, da credenti,
           sa neppure da che parte cominciare. Non è infrequen-  abbiamo accettato la realtà del peccato, si fa avanti
           te neppure trovarsi di fronte, talvolta – non sempre,   sempre un’altra diffi coltà. Il peccato evoca un rappor-
           naturalmente – gente che non si confessa da anni. Ci   to rigorosamente solitario: io–Dio. Nessun altro. D’al-
           si aspetterebbe la denuncia di un certo disagio verso   tronde, si pensa, chi potrebbe entrare a sindacare
           la propria vita da credenti (anni senza partecipare      quel rapporto e a dire che qualche cosa non va,
           alla Messa e indifferenza verso la formazione             quando è la coscienza individuale che ha preso
           religiosa che si è fermata agli anni del cate-               le sue decisioni e lei soltanto deve rendere
           chismo). Di tutto questo non emerge nulla o                    conto alla controparte?
           quasi nulla. La confessione si sofferma su                         Così anche quando Dio si fa presente,
           qualche litigata con la moglie, qualche                          è sempre assente la Chiesa. E anche
           arrabbiatura con i fi gli, il vicino di casa                       quando si arriva ad accettare di aver
           che rompe un po’ (e in quel caso non                               offeso Dio si fatica sempre ad accet-
           si capisce chi è il peccatore)... Ah sì,                            tare che sia la Chiesa a ristabilire
           dimenticavo: è da un po’ di tempo che                                la pace. Si chiede: perché devo an-
           non vado più a Messa. Prego poco.                                    dare a confessarmi da un prete? La
           No, non ci sono motivi particolari...                                 domanda, classica, riassume nel
           Così, semplicemente, non ne ho più                                    modo più semplice il problema. Il
           voglia. Anni di vita riassunti in poche                               perdono di Dio che cosa c’entra con
           parole.                                                               le parole sussurrate da un prete in
              Domanda, inevitabile, a questo                                     un confessionale?
           punto: quel “penitente” è un cristiano                                  A questo punto ci si accorge
           perfetto che non fa peccati, o un ex-                                 che, più si pensa al rapporto con
           cristiano che non sa più che cosa è un                               Dio, e più diventa acuto il proble-
           peccato? Lasciamo pure aperta la por-                                ma: e dove lo trovo Dio? E quindi
           ta a qualche sorpresa, ma è ovvia la                                dove trovo, eventualmente, il suo
           risposta. I peccati si fanno. Soltanto                               perdono? L’uomo di oggi, quando
           non si sa che cosa siano. Non manca                                  vuole risolvere il nodo della sua
           il peccato, non manca mai. Manca                                     fede, cerca molto e trova poco. È
           la coscienza del peccato.                                            talmente preso dalla sua ricerca
              Discorsi noti, questi. Imman-                                     che questa, spesso, si chiude su di
           cabilmente ci si chiede il perché   Rembrandt van Rijn, 1668, il ritorno del   sé e il Dio cercato diventa la ricerca
           del tramonto così clamoroso della   fi gliol prodigo, San Pietroburgo  stessa. È diffi cile per un uomo, così
           coscienza del peccato. Ci si accorge                                 chiuso sulle sue domande, accetta-
           che non si sa che cosa è il peccato perché, alla radi-  re un interlocutore che “sta nei cieli”, accettare che
           ce, non si sa chi è Dio e non si sa come si possa noi   parli umanamente, che perdoni attraverso le parole
           intercettare lui e lui intercettare noi. Il peccato, per   pronunciate da un uomo. Dio, per l’uomo di oggi, è
           un credente, non è il banale sgarro verso un codice di   sempre altrove.
           comportamento. Il peccato tocca, invece, il rapporto   Così, anche per il credente di oggi, si può parlare
           con Dio. Pecco perché vengo meno a un rapporto, rom-  del peccato solo parlando di Dio e viceversa... parlando
           po un’alleanza. Ma, per sapere che rompo l’alleanza,   poco del peccato si fi nisce per parlare sempre di meno
           devo sapere che esiste un interlocutore e devo sapere   anche di Dio. Forse capita anche a noi.
           che tra me e lui esiste un legame. Tutto questo signi-                                   don Stefano

           Parrocchia di Colzate                                                                              1
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